Monday, December 22, 2008

Dai giochi alla realtà

Vabbè, questo post è proprio ludico (in tutti i sensi) anche se l'argomento non è proprio da trattare con leggerezza. Tuttavia, ... avete notato che il viceministro Croato della difesa somiglia a qualcuno?

A parte lo sguardo arcigno che vi spezza in due senza toccarvi, non vi sembra un personaggio da videogioco o manga? Vi sembra di averlo già visto da qualche parte ma non ricordate dove? Provate a guardare la seguente immagine:

Ebbene si, direttamente da Gears of War, è lui: Marcus Fenix.

Thursday, December 18, 2008

Il resto della responsabilità

Esiste un amministratore che non è responsabile per i propri assessori? E: anche se non è legalmente costretto, non dovrebbe un amministratore, espressione della politica, sentire il dovere di assumersi la responsabilità per persone che esso ha scelto o accettato liberamente? Insomma: la Iervolino non se la può cavare dicendo che lei personalmente ha le mani pulite. Il punto è che lei ha scelto per la sua giunta le persone sbagliate.

Mettiamo da parte che oramai c'è una confusione tra imprenditoria e politica per cui lo Stato (o le amministrazioni) intervengono sulle aziende (vedi ex-Alitalia) e aziende invece svolgono compiti tipici di enti statali (la riscossione dei tributi o la manutenzione delle pubbliche strade).
Mettiamo da parte il fatto che nessuno dei contemporanei ha interesse a fare chiarezza perchè nel torbido le responsabilità sono di tutti e quindi di nessuno.
Mettiamo da parte che la questione morale per un partito che ha tra i padri Bassolino e Iervolino non è una priorità.
Mettiamo da parte che le mele marce non vengono rimosse ma anzi promosse per un seggio all'Europarlamento.
Mettiamo da parte che il PD in Abruzzo voleva candidare il sindaco di Pescara agli arresti per tangenti.
Mettiamo da parte che il braccio destro di D'Alema passava i pizzini ad un esponente della maggioranza (teoricamente suo avversario) messo in difficoltà da un suo alleato in diretta TV.
Mettiamo da parte che Veltroni ha ormai esaurito la sua spinta ed è completamente in balia dei flutti (ossia, non sa che pesci pigliare).
Mettiamo da parte la questione morale.
Mettiamo da parte il fatto che il PD non si è opposto alle leggi vergona come il DDL Alfano.
Mettiamo da parte che tende a volere dialogare sulla Giustizia per una riforma condivisa che garantisca l'impunità di ricchi e potenti.
Mettiamo da parte che chi esige che la Legge sia uguale per tutti è un giustizialista forcaiolo e quindi un'alleanza con lui è fuori discussione.
Mettiamo da parte il fatto che è meglio dialogare con il Piduista & C. che ha tagliato la scuola pubblica per dare alla scuola privata.

Insomma messo da parte tutto questo, che cosa rimane?

Tuesday, December 16, 2008

Facciamo il punto



E così anche l'Abruzzo è caduto in mano a Silvio. La sconfitta del Centrosinistra è causa di Del Turco che ha preso le tangenti (o che, nel caso migliore, si è circandato di una cricca di tangentari)? Ovviamente no: è colpa del giustizialista Di Pietro che ricorda ostinatamente che Silvio Berlusconi è uno che etica e morale non sa cosa siano, ostacolando il Sacro Dialogo. Parola di Massimo D'Alema, il capo di Latorre (PD), quello che dava i pizzini a Bocchino (PDL) quando questo era messo alle strette da Donadi (IdV).

Ed indovinate un po': Del Turco che vuole farsi eleggere nelle liste del PDL perchè nessuno nel PD lo ha difeso. E nessuno che lo bolli come infame. Hai voglia a parlare di questione morale se questi pensano che la difesa gli sia dovuta per partito preso e che minaccino di passare dall'altra parte, dove evidentemente certe particolarità sono titolo preferenziale nel CV (oltre al servilismo senza vergogna e alla mancanza di senso critico e di idee proprie, ovviamente).

Ancora una volta uno stravolgimento delle verità: un po' come Silvio che si dice essere perseguitato dai Magistrati politicizzati mentre invece egli è sceso in campo per salvarsi dal dover rendere conto dei suoi crimini.

Detto questo: cambierà qualcosa? Veltroni rinsavirà mai? Io non credo proprio: per le Europee di primavera si prepara un nuovo mazzatone a meno di eventi Provvidenziali (nel "senso divino "del termine). Il PD è nato male, condotto peggio e si sta semplicemente squagliando. Il motivo? Non ha identità: banalizzando, il catto-comunismo è stato un equivoco tipicamente Italiano: reinventarlo all'americana da parte di ex-comunisti in un contesto europeo (dove le famiglie sono o popolari o socialiste con pochi cespugli) è semplicemente un'invenzione che richiederebbe un gruppo dirigente unito, granitico e con le idee chiare su quale società si prefigge di raggiungere. Non certo una banda di naufraghi orfani non dico delle ideologie, ma proprio delle idee.

Troppo per chi (soprav)vive alla giornata e pensa che Silvio rappresenti un esempio da imitare piuttosto che un'esempio sbagliato da ostacolare senza sconti. Ecco perchè voto IdV.

Monday, November 17, 2008

La progenie di Mastella

Per la serie a volte ritornano e il padre degli furbastri ha seminato bene, ecco l'ultimo frutto del redivivo Mastella.
Grande Walterloo! Quante altre disfatte prima di farti rimpiazzare da D'Alema bicamerale?

Ragazzi: la politica italiana oramai può sostituire a pieno titolo le barzellette sui carabinieri!

Monday, November 10, 2008

Victory of The West

Che storicamente la Battaglia di Lepanto (o meglio delle Isole Curzolari, visto che Lepanto si trova a 50 miglia nautiche dal luogo dello scontro) sia stato un evento epocale c'e' poco da discutere. Ma come si sia creata la Lega Santa, quale ruolo i compromessi, paure e rivalita' abbiano giocato nella costruzione di un'alleanza di Stati rivali e spesso in guerra tra loro, i vanti e le spinte personali dei singoli Capitani e cosa sia successo dopo quel fatidico 7 Ottobre 1571, lo racconta splendidamente Niccolo' Capponi in La Vittoria dell'Occidente

Mentre Famagosta resiste disperatamente sotto la guida di Marcantonio Bragadin, le trattative per la formazione dell'Alleanza vanno a rilento perche' i Veneziani intendono soccorrere Cipro mentre gli Spagnoli vorrebbero prendere Algeri  e Tunisi, basi dei corsari Barbareschi. La stessa definizione della suddivisione delle spese e' oggetto di aspre discussioni: Venezia, che sta sopportando i costi maggiori della guerra con i turchi, non vuole sborsare piu' della meta', il Re di Spagna, eternamente in bancarotta, non intende muoversi se il Papa non gli dara' i quattrini, visto anche il suo impegno nei Paesi Bassi contro i protestanti ribelli. I Francesi sono alleati dei turchi e la loro minaccia pesa sull'impegno spagnolo. Il tempo passa e Famagosta cade dopo eroica lotta.

La flotta turca nei pressi di Cipro e' ora libera di schierarsi nell'Egeo: i Veneziani temono che sia un preludio per l'invasione di Creta o un attacco diretto alla laguna. Gli Spagnoli ed il Papato credono in una prossima invasione del territorio Italiano, come gia' nel tentativo, poi abortito, a Otranto, quasi un secolo prima. La paura che la Serenissima possa fare la Pace con i turchi attraversa i circoli diplomatici europei. Pio V minaccia di scomunica se non si dovesse arrivare ad un accordo ed alla fine questo arriva. Le flotte iniziano a radunarsi a Messina per decidere il piano d'azione: comandante designato Don Giovanni d'Austria, fratellastro di Filippo II.  Le istruzioni del Re sono prudenti: non arrischiare la flotta ma l'ardimentoso Capitano generale la pensa diversamente. 

La flotta si muove a Corfu' dove riceve ulteriori rinforzi veneziani, comprese le armi segrete: le galeazze, che si riveleranno decisive. I Turchi escono da Lepanto e si schierano: le loro spie dicono che i cristiani sono divisi ed inferiori. I prigionieri presi dai Cristiani suggeriscono lo stesso. Entrambi gli schieramenti sono sicuri di avere davanti un avversario inferiore e cercano la battaglia.

Il massacro che ne consegue sembrera' strategicamente inconcludente nell'immediato in quanto l'Impero Ottomano ricostituira' rapidamente la sua flotta e diventera' piu' forte di prima. Venezia esausta accettera' pace che ratifica la fine di Cipro.  E quindi? Innanzitutto, dopo secoli di vittorie l'avanzata Ottomana fu finalmente fermata. Secondo, la dimostrazione della superiorita' delle artiglierie navali sulle vecchie tattiche di abbordaggio e corpo a corpo (come sara' dimostrato defintivamente nella sorte dell'Invicibile Armata). E Terzo che l'Impero Ottomano non e' piu' econmicamente in grado di mantenere sia un grande esercito che una grande flotta e scegliera' la superioriorita' terrestre: l'incapacita' di riformare la macchina statale sara' una palla al piede non secondaria nei secoli a venire. 

Se quindi la vittoria sembrera' effimera e le potenze occidentali non si dimostreranno in grado di sfruttare il successo su basi strategiche, simbolicamente Lepanto segna il cambio della marea: da qui a due secoli, l'Impero Ottomano diventera' un oggetto esotico mentre l'Occidente si avviera' alla sua dominazione globale

Tutto questo fino ad oggi ...

Thursday, November 6, 2008

Tutti sono amici di Obama


Barack Obama ha vinto le elezioni e sara' il prossimo presidente degli Stati Uniti d'America. Cosa potra' fare lo scopriremo. 

Quello che mi ha impressionato e' la storia dell'Uomo che veramente rappresenta un esempio di meritocrazia e self-made man: Obama non ha solo carisma ma e' la dimostrazione che un regime meritocratico, con un sistema costituzionale solido, il ricambio radicale non solo e' possibile ma e' auspicabile. Certo e' stato aiutato dalla crisi contingente ma, senza scomodare Machiavelli, non posso che riconoscere che in tutte le imprese la meta' e' fortuna.

Pero', stiamo con i piedi per terra perche', se e' vero che gli USA hanno eletto Barack Obama, negli ultimi due mandati hanno eletto Bush. La democrazia  richiede cittadini responsabili e, quindi, informati: la partecipazione impressionante per la storia elettorale americana ha mobilitato strati sociali prima esclusi o auto-esclusi. Obama afferma che le lobby, non avendolo finanziato, non avranno potere sul suo Governo: non possiamo che sperare che, dopo anni di pupazzi manovrati da potentati, ora ci sia un uomo in grado di indicare ad un Paese la strada da seguire.

Per quanto riguarda noi Italiani, non posso che condividere quello che scrive Beppe.

Friday, October 31, 2008

Lavoro straniero e PIL

Che il PIL non crescesse ce ne eravamo accorti tutti. Ieri ad Annozero, il prof. Tito Boeri lo ha ribadito: il PIL non non e' cresciuto negli ultimi 10 anni. Ma i posti di lavoro sono aumentati. Com'e' possibile? La risposta e' semplice: sono tutti precari (4,5 milioni di lavoratori precari ad oggi). 

O per dirla alla Beppe Grillo: il lavoro non c'e' e semplicemente si e' diviso quello che c'era tra piu' persone attraverso la selva di contratti-truffa.

Tuttavia, ho letto anche che i lavoratori stranieri producono il 9% del PIL (4 milioni e passa quelli regolari o regolarizzati) . Vabbe' che lo dice la Caritas, ma se il PIL non cresce e ciononostante la quota prodotta dal lavoro straniero aumenta, mi sa che e' una conferma del fatto che tolgano lavoro agli Italiani. Sarebbe interessante sapere in quali settori dell'economia siano maggiormente attivi ma tant'e'.

O devo supporre che il 9% del PIL sia rappresentantivo della solita solfa riguardo "i lavori che gli italiani non vogliono piu' fare"?

Thursday, October 30, 2008

La protesta ad hoc

(da Corriere.it)
Strano che ora che si taglia alla scuola la protesta monti in questo modo: per il DDL Alfano non e' stato fatto lo stesso rumore. Anzi il PD ha deciso di fare la guerra a Di Pietro per la sua decisione di ricorrere al referendum per abolire la porcata. 

O meglio: non e' strano perche' ancora una volta siamo dinanzi al caso "fatti gli affari tuoi basta che non rompi i miei": Silvio puo' sodomizzare la Costituzione con il beneplacito dell'opposizione veltroniana ma non puo' tagliare i fondi alla scuola perche' rompe le uova nel paniere agli stipendiati del para-Stato. Per di piu' il referendum promosso da Walterloo ha anche una spada di damocle pendente.

Certo che questa volta ha fatto il passo piu' lungo della gamba: tagliare indiscriminatamente i fondi all'istruzione senza contemporaneamente nessuna riforma del sistema di reclutamento (ossia, contro le baronie) e' veramente follia, o nella migliore delle ipotesi, sciocco. 

Follia perche' il nostro dovrebbe essere un Paese che compete per il suo know-how, insomma per la qualita' della conoscenza che si traduce in progresso economico e civile, e che quindi ha tutto l'interesse ad avere un sistema dell'istruzione di prima scelta, efficiente, meritocratico e ben finanziato. A meno che Silvio & pupi assortiti non pensino di farci competere sul campo della manufattura a bassa intensita' tecnologica, vista la battaglia contro la politica energetica e anti-emissioni nocive della UE.

Sciocco perche' non puoi pensare di mettere sulla strada decine di migliaia di persone per motivi di bilancio dopo che hai dato miliardi ai capitani coraggiosi, alle banche e garantito 7 anni di salvezza ai dipendenti ex-Alitalia, pretendendo di essere riconosciuto nel giusto.  Sicuramente non bastera' la Carfagna a fare le televendite per suo conto per migliorare la situazione. 

Certo visti i suoi amici (Bush, Putin e il kazako) non mi meraviglierebbe se fossimo dinanzi all'ennesimo caso del tiranno vecchio affetto da senilita' a dispetto del restyling.

Wednesday, October 22, 2008

Kyoto ed il costo economico del Pianeta


Ieri a Ballaro' si e' parlato anche dei costi per il nostro Paese (solo per il nostro?) dell'applicazione del Protocollo di Kyoto. Castelli se ne e' uscito con un'affermazione del tipo "Cina e India che non lo hanno firmato" e quindi le loro aziende sono molto piu' competitive di quelle italiane. 
L'India e la Cina, che hanno ratificato il protocollo, non sono tenute a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel quadro del presente accordo, nonostante la loro popolazione relativamente grande. Cina, India e altri paesi in via di sviluppo sono stati esonerati dagli obblighi del protocollo di Kyoto perché essi non sono stati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione che si crede stia provocando oggi il cambiamento climatico.
Questo perche',  ovviamente, dopo vent'anni che si parla del secolo cinese e indiano e che bisogna puntare sull'innovazione e la ricerca invece che sulle produzioni a basso contenuto tecnologico, il nostro sistema produttivo e' al palo. Ossia: dal 1997 (anno della firma) ad oggi (11 anni!) non solo il nostro Paese non ha mantenuto gli impegni ma pretende, vista l'emergenza (notato che ritorna sempre?) economica, che l'Unione Europea non renda operativi gli accordi tramite il famoso 20 / 20 / 20 (e che quindi l'Italia venga, tanto per cambiare, multata di nuovo per l'ennesima inadempienza).

L'accordo di Kyoto e' stato da noi ratificato nel 2002 ed e' entrato in vigore nel 2005. Ossia in pieno Governo Berlusconi II, che evidentemente pensa che i trattati non siano altro che pezzi di carta: non solo Kyoto non e' stato rispettato ma anzi le emissioni Italiane sono aumentate!
Gli unici che lo hanno firmato ma non applicato sono gli USA:
In principio, il presidente Bill Clinton aveva firmato il Protocollo durante gli ultimi mesi del suo mandato, ma George W. Bush, poco tempo dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, ritirò l'adesione inizialmente sottoscritta.
Ossia, l'amico di Silvio ha tirato fuori gli stessi argomenti (Kyoto costa alle imprese americane) e si e' rifiutato di metterlo in atto. Per di piu' il protocollo e' riconosciuto essere insufficiente (e' stato un compromesso al ribasso e sicuramente un nuovo accordo e' necessario che costringa Cina ed India a mettersi in riga): il punto e' che, se proprio non vogliamo pensare al futuro del pianeta, dobbiamo pensare alle opportunita' economiche di un campo innovativo come quello delle energie (in cui noi avremmo tutto l'interesse a primeggiare). 

Invece difendiamo produzioni vecchie, ancora una volta testimoniando la scarsa capacita' di innovare del sistema delle imprese e l'incapacita' della politica di pensare in grande invece che ridursi ad una lobby di questo o quello (banche, industrie): scegliete voi qual e' la piu' triste.

Insomma:
  • pensiamo di competere con i cinesi sulla manufattura;
  • tagliamo su scuola e ricerca (e quindi pensiamo di dover competere anche in futuro sulla manufattura);
  • stiamo capitanando i paese dell'Est (industrie primitive) contro i partner avanzati della UE (e soprattutto la Spagna che prendera' probabilmente il nostro posto visto che loro nelle Energie investono alla grande: Rubbia non per niente ha costruito li' la prima centrale solare);
  • Firmiamo e ci rimangiamo accordi.
  • Non pensiamo a lungo termine ma solo nell'immediato: quindi difesa ad oltranza delle lobby produttive attuali e chi se ne frega di quello che verra' dopo (Silvio ha 72 anni: stara' pensando che tanto non campera' abbastanza da sorbirsi la fine di tutto?).
Perche' c'e' emergenza. E su questo ci campano grazie ai media servi e all'opposizione flaccida: l'emergenza giustifichera' sempre l'Uomo della Provvidenza nel piegare la legge.

Thursday, October 16, 2008

Passamaneria



Questo post funge piu' da pro-memoria che da altro: serve a ricordare, infatti, alcune delle cose piu' scandalose raccontate nella puntata di Report di domenica scorsa. Colaninno, il primo capitano coraggioso d'Italia, sponsorizzato da D'Alema ai tempi della scalata di Telecom Italia (e sempre in difesa della Italianita'), ed ora chiamato da Silvio a creare la nuova compagnia aerea di bandiera (sempre per patriottismo, naturalmente!) e' stato intervistato dalla Gabanelli.

La Milena che e' Giornalista (di quelli veri, cioe') ha chiesto al Grande Patriota Imprenditore dove fosse scritto che i soci della C.A.I. si sarebbero impegnati a non vendere per 5 anni le loro partecipazioni. "Sullo statuto", la risposta. Al che la Gabanelli che ha lo statuto d'avanti gli fa notare che non c'e' scritto da nessuna parte questo: Colaninno, scandalizzato, fa finta di cercare sullo statuto tale norma certamente presente. La Milena incalza facendogli notare pure che la C.A.I. e' registrata come impresa di passamaneria. Grasse risate dell'interessato.

Tuesday, October 14, 2008

Il costo del lavoro

Vediamo di fare il punto sul mio giro di colloqui sino ad ora ... in generale per gli informatici o contratti a progetto (quindi precarieta') o a tempo indeterminato di tipo metalmeccanico.
Al di la' della equivalenza logica (per gli imprenditori):

informatica : industria = informatico : metalmeccanico

(che e' un fatto riconosciuto) mi sono stati rivelati anche alcune altre informazioni interessanti, che posso riferire senza violare nulla di confindenziale:
  • per Confindustria i singoli lavoratori italiani costano tra i 160 e i 230 euro al giorno (includendo stipendio, assicurazioni varie, fondi pensione, tasse, logistica di supporto come l'amministrazione & C.), mediamente 185 euro.
  • ingegneri indiani super-skillati costano invece 60 euro (quindi meno di un terzo di uno italiano).
Quindi per le aziende che producono software ha senso dare in appalto la realizzazione agli Indiani secondo specifiche di analisi prodotte dagli Italiani. I primi hanno fatto di questa fabbrica informatica un vero business: addirittura si prendono in carico la traduzione dei contratti scritti in lingua italiana e, secondo accordi standard, in caso di controversi fa fede il contratto in italiano. Credo che questo dia il senso dell'India come fabbrica dell'IT rispetto alla Cina come fabbrica di hardware.

In soldoni diventa possibile per le imprese italiane, operare ricarichi impensabili normalmente (nell'ordine del 40%) pur rimanendo estremamente competitivi sul mercato. Inutile dire che nel breve e medio termine questo diventa una specie di miracolo: loro si sgarzettano il bagno di sangue che ogni implementazione comporta e le imprese si intascano guadagni impensabili prima.
Ovviamente, tenere in collegamento questi due mondi distanti (culturalmente, geograficament, temporalmente e e tecnologicamente) e' un problema non da poco: non deve sorprendere quindi che i processi software distribuiti siano uno degli ambiti di ricerca piu' hot del momento.

Ovviamente, nel lungo termine questo significa per l'azienda la perdita di capacita' di produzioni proprie. Quindi? Suicidio? No, trasformazione in fornitore di servizi: ospitare nella propria server farm applicazioni (scritte dagli indiani) per le quali far pagare canoni (di affitto, utilizzo, hosting, ...) ai clienti. Ossia, terziarizzazione dell'industria del software (che gia' non e' che sia chissa' concreto).

Saturday, October 11, 2008

The Fall of the Roman Empire

Il lavoro di Peter Heather, basato sulle ricerche archeologiche più recenti e le teorie economiche e politiche più moderne affronta uno dei dilemmi più affascinanti: come mai è caduto l'Impero Romano? Era inevitabile? Quali le cause?

Sino ad oggi vi erano due visioni:
  • una ideologico-morale, ispirata da Gibbon, in cui (in sintesi) si sostiene che l'Impero si era corrotto moralmente e che il cristianesimo aveva reso i romani delle pappemolli incapaci di resistere alla grinta dei barbari.
  • una economico-sociale, secondo la quale la caduta era dovuta all'estrema imposizione fiscale della burocrazia e dell'esercito che, togliendo il pane di bocca ai contadini (l'economia era fondamentalmente basata sull'agricoltura), ha provocato l'impoverimento generale dei lavoratori, con conseguente riduzione della popolazione, aumento dell'inflazione e quindi rendendo insostenibile reggere il sistema (per di piu' incapace di progredire vista l'essenzialita' della schiavitù).
Heather sfata tutti queste assunzioni. L'economia era florida o quantomeno non c'è alcuna prova che si sia impoverita nel V secolo D.C.: anzi, le prove archeologiche segnalano tutt'altro. Dopotutto, è caduto l'Impero d'Occidente ma non quello d'Oriente, nonostante fossero organizzati allo stesso modo.

Esiste, invece, un intreccio di cause. interne che esterne:
  1. La nascita della super-potenza Sasanide in Oriente, capace di tenere testa al sistema Romano e che costringe l'Impero ad un impegno massiccio e costante nel tempo in Oriente.
  2. Il progredire dei Germani, che nel IV/V secolo D.C. erano ben diversi da quelli del I secolo, incontrati da Cesare e Ottaviano: le miriadi di Tribù cedono il posto a super-gruppi molto più capaci di resistere alle pressioni romane. Lo stesso Impero, insomma, provoca una unificazione e consolidamento dell'universo Germanico d'oltre confine.
  3. La "romanizzazione" dei barbari, che pur non entrando a far parte del sistema politico romano, ne erano comunque indirettamente coinvolti come mercenari o attraverso il commercio.
Vi erano poi motivi interni del sistema del politico romano:
  1. L'assorbimento delle elite provinciali nella burocrazia imperiale e quindi conseguente centralizzazione di tutto l'apparato di governo che però si deve scontrare con l'arretratezza del sistema di comunicazioni con conseguente lentezza di reazione nei momenti di crisi.
  2. Di più: la necessità di creare nuovi centri di potere per soddisfare gli appetiti di questo nuovo gruppo di burocrati ed impedire che sobbillassero nell'ombra (la suddivisione dell'Impero quindi non solo come qualcosa di necessario per l'effecienza ma proprio per soddisfare "la sete di posti" delle elite)
  3. Non dimentichiamo che il tardo Impero ha tutti i connotati di un sistema politico a partito unico: tutto l'aspetto pubblico deve proclamare un senso di unità e di perfezione del sistema. Le differenze (le lotte che divenivano intrighi) si svolgevano dietro le quinte mentre sul palco era presente un Ordine Divino.
  4. Un sistema costituzionale che regolasse la successione era assente: alla morte di un Imperatore si verificava di solito una guerra civile che provocava vuoti di potere di cui potevano approfittare gli elementi esterni. Un'approccio dinastico non risolveva il problema, visto che spesso salivano al trono giovinetti che rimanevano in balia di tutori (come Flavio Costanzio o Ezio) che dovevano poi vedersela con i loro avversari.
Tuttavia, l'edificio si manteneva. Dalla seconda metà del IV secolo, però, arrivano gli Unni che accelerano il processo di agglomerazione dei Germani e portano ad una concentrazione di nemici alle porte dell'Impero, cosa che la tradizionale politica romana aveva sempre cercato di evitare. Nel 376 -380 prima i con i Goti e poi nel 402-408 con Vandali e Visigoti, l'Impero è costretto ad accettare entro i suoi confini entità autonome: la perdita di rendita è tale da impedire la ricostruzione dell'esercito (che pesava per oltre la metà del bilancio imperiale) che possa riconquistare il territorio perduto.
Le elite romane erano essenzialmente formate da possidenti terrieri: vivevano, cioè, di rendita dei loro grandi latifondi. Era quindi "normale" che fossero portati a venire a patti con le autorità che dominavano i loro territori, barbari o romani che fossero. L'Impero d'Occidente non era più io grado di garantirli: i nuovi Re invece lo erano e quindi un cambio di sponda, dall'Impero morente ai nuovi potenti era nella natura umana. L'Impero d'Oriente fu in grado, invece, di resistere intatto per altri 150 anni, fino alla marea Araba.

In un certo senso i Romani avevano insegnato ai barbari e questi, in quel particolare momento di debolezza esacerbato dalla comparsa degli Unni, ne approfittarono, sottraendo quelle rendite necessarie al mantenimento di un Esercito in grado non solo di presidiare le frontiere ma anche di eliminare le enclave in Gallia, Spagna e Africa.

Per dirla alla Heather, "tramite un'aggressione illimitata, l'imperialismo Romano fu la causa principale della sua stessa distruzione".

Saturday, October 4, 2008

Liberisti ieri, Keynesiani oggi

Visto che sono impegnato nell'affannosa ricerca di un nuovo lavoro che non includa servitu' della gleba nel contratto probabilmente questo blog ricevera' pochi aggiornamenti per un po' ... Nel frattempo però possiamo dilettarci con la miracolosa metamorfosi degli imprenditori da liberisti sfegatati a keynesiani para-statalisti impenitenti. La ricetta della Marcegaglia è la solita: opere pubbliche commissionate dallo Stato, ossia dai contribuenti ed, in definitiva, visto che di soldi non ce ne sono, con il debito pubblico.

L'unica costante è sempre e soltanto la solita: i profitti a loro, le perdite a tutti gli altri. E non si tratta di essere para-comunisti: si tratta di rispettare le regole piu' elementari della convivenza civile, che valgono sempre e per tutti. 

Ma oramai abbiamo un presidente del consiglio il cui successo segna un esempio nella direzione opposta. Ne "La Repubblica" di Platone (Libro I) tale Trasimaco afferma che la giustizia è semplicemente quello che conviene al piu' forte: una perfetta ingiustizia. Esattamente il nostro caso. E che non si parli di emergenza che tutto giustifica: il casino in cui siamo stati infilati è proprio figlio di tali comportamenti infami. Vi rivolgereste voi al vostro truffatore per aiuto?

Thursday, September 25, 2008

Le tariffe

Smosso dall'intervento del dr. freeman, mi sono deciso a vedere nei fatti come le offerte di Lufthansa e Alitalia si confrontano in tratte interne. Quindi prendiamo due tratte che saranno trafficate in entrambi i paesi (probabilmente in Italia un po' di piu' visto che fa gola a tutti gli avvoltoi che stanno orbitando intorno alla carogna di bandiera):
  • Roma (Fiumicino) - Milano (Orio al Serio e Linate) per Alitalia
  • Monaco di Baviera - Berlino (Tegel) per Lufthansa
Sul sito di Alitalia scopriamo che per Milano Orio al Serio (1h e 15 min)  si pagano solo 106,57 euro (ma Orio a Serio e' a Bergamo un po' fuori mano ...):



Per Milano Linate (1h e 10 min) invece ben 325,57 euro (e stiamo parlando di una aereoporto a portata di cittadino):



Lufthansa invece come si comporta? 128 euro per andare da Monaco a Berlino (1h e 5 min) e dove l'aereoporto e' praticamente in citta':



E la CAI che tariffe fara' in un regime di monopolio? Simili a quelle di Lufthansa o simili a quelli della Alitalia, priva anche della concorrenza di Airone? Ai posteri l'ardua sentenza (ma non si vince nulla se indovinate sin da ora).

Wednesday, September 24, 2008

Pillola

In nome dell'Italianita' Silvio vuole Lufthansa. Franza o Alemagna, basta che ce se magnano.

Tuesday, September 23, 2008

Ammainabandiera

Francamente questa storia di Alitalia meriterebbe di sprofondare nel silenzio che deve accogliere le proposte troppo disprezzabili per considerarle degne di attenzione. Tuttavia, visto che la norma non appartiene alla realta' del Paese, parliamone.

L'attuale presidente del consiglio ha, durante le trattative di vendita ad Air France, turbato il libero accordo tra le parti dicendo che c'era una cordata di imprenditori italiani pronti a rilevare Alitalia a condizioni molto migliori di quelle di Air France, giudicate indegne ed accusando il Governo Prodi di svendere la sacra Compagnia di Bandiera. Tutto falso ma e' bastato ai sindacati per tirarsi indietro e ai francesi per ritornare sulle proprie posizioni di "aspettiamo il prossimo governo".

Nel frattempo ha scucito 300 mln di euro al governo uscenteper far tirare a campare ancora un po' la "compagnia di bandiera", in attesa di prendere le redini.

Eletto presidente, la cordata e' scomparsa per ritornare minacciosa ad agosto: la Compagnia Aerea Italiana. Formatasi (nell'oscurita' opaca del nostro sistema finanziario dominato dal conflitto di interessi) da un gruppo di finanzieri, speculatori e palazzinari che nulla sanno di aviazione, il suo unico obbiettivo e' ottenere il favore del potente di turno per ottenere gli appalti di Milano Expo 2015.

Questi signori hanno ottenuto che i debiti se li accolli la collettivita' e che loro possano agire in termini di monopolio sulle tratte nazionali, forzando i lavoratori ad accettari abbondanti decurtazioni sugli stipendi e cosucce come il 25% dell'organico piloti soggetto ad essere rimpiazzato da piu' economici colleghi stranieri. O cosi' o fallimento.

Aggiungiamo che Airone si fonderebbe con Alitalia portando una ricca dote aggiuntiva di 1 Mld di euro di debiti

Dovremmo essere felici di liberarci di questo carrozzone ma il circo mediatico invece prentende che invece noi si debba tifare per la vittoria di un nuovo monopolista privato che possa spennare la collettivita' per il suo vantaggio.

Francamente e' un po' troppo, persino per noi che siamo abituati ad un meno peggio sempre peggiore.

Wednesday, September 17, 2008

I liberisti

I liberisti sono quelli che il mercato e' competizione e selezione, implicita ed oggettiva meritocrazia. 
I liberisti sono quelli che negli anni '90 invocavano "Piu' mercato, meno Stato" implicitamente suggerendo "Piu' efficienza, meno sprechi".
I liberisti sono i privati che invocano la concorrenza quando non c'e'.
I liberisti sono i privati che vogliono liberare il loro genio imprenditoriale senza i lacci di regole superflue.
I liberisti sono anche i finanzieri della globalizzazione, di quelli che tagliano i costi ed esportano i capitali nei paradisi fiscali.
I liberisti sono i manager che intascano le stock options quando le aziende da loro dirette falliscono.
Liberisti sono i top manager della Enron che si sono presi 25 anni di carcere ciascuno per il crack dell'azienda.
Liberisti sono Tremonti e Silvio che invocavano il Mercato come Promessa Salvifica quando si trattava di spartire il bottino delle grandi aziende pubbliche.
Liberisti sono l'ex-comunista D'Alema e l'ex-socialista Amato ai tempi della merchant bank a Palazzo Chigi.
Liberisti sono Colaninno, Tronchetti Provera e Ligresti.
Liberisti sono quelli che nel 2008 invocano l'intervento dello Stato a salvare le aziende dalle loro stesse speculazioni.
Liberisti sono gli imprenditori patriottardi che si appellano all'italianita' quando si rendono conto che con gli stranieri, senza lo sponsor politico, non ce la fanno.
Liberisti sono quelli che non capiscono una mazza di aviazione ma si sono iscritti alla cordata per alitalia perche' cosi' avranno la parte di bottino per l'Expo 2015 di Milano.
I liberisti sono quelli che in tempi di abbondanza voglio tutto ed in tempo di carestia non vogliono dare niente.
I liberisti sono quelli che se gli va bene "e' merito mio" e se va male "e' colpa degli altri".

Liberista e' sinonimo di furbastro. Ma invece di essere punito lui, viene punita la collettivita' di sciocchi che ha creduto al facile guadagno. Quelli che credono alle favole come il fatto che possano esistere Paesi che fabbricano e paesi da terziario avanzato. 

"Liberista" e "liberismo" sono stati in questi anni solo delle etichette per una truffa finanziaria su scala globale. Ed oggi la realta' presenta il conto. Se non state tremando, dovreste iniziare perche' questo "non e' la fine e nemmeno il principio della fine ma forse la fine del principio".

Wednesday, September 10, 2008

Il tratto di penna


Il tratto di penna cambia la vita. La riforma della giustizia potrebbe semplicemente ridursi ad esso. Invece che un tortuoso percorso di riforma costituzionale in cui, tra vari arzigogoli e cavilli (povera Carta!), si sarebbe proclamato, dietro la scusa della separazione delle carriere tra giudici e PM, obbligatorieta' dell'azione penale, etc etc.:

Art 1 Redux: Silvio ed i suoi amici sono immuni dalle leggi.

avremo una semplice modifica, per legge ordinaria, dell'articolo 327 del codice di procedura penale:

Art. 327: "Il pubblico ministero dirige le indagini e dispone direttamente della polizia giudiziaria che, anche dopo la comunicazione della notizia di reato, continua a svolgere attività di propria iniziativa"

Ossia il PM dispone della polizia giudiziaria per svolgere le indagini secondo previsto dalla costituzione (e quindi avendo, in teoria, l'obbligo di perseguire tutti i reati e senza rendere conto al potere politico). In cosa consiste la modifica? Leggiamo l'equivalente:

Art. 327 Redux: "Il pubblico ministero dirige le indagini e dispone direttamente della polizia giudiziaria che, anche dopo la comunicazione della notizia di reato, continua a svolgere attività di propria iniziativa"

Quindi le indagini le farebbe la polizia, che notoriamente dipende dal ministero dell'Interno, quindi dal Governo, ossia dai politici che potranno quindi ordinare di indagare questo piuttosto che quello o semplicemente chiudere un occhio. Per minare definitivamente ogni possibilita' di collaborazione possiamo modificare anche l'Art. 347:

Art. 347: "Acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero".

Ops, la polizia potrebbe omettere di collaborare con il PM o anche mettergli i bastoni tra le ruote! Geniale. Ora sappiate che gli autori di questa proposta sono Violante (uno dei dialoganti dell'opposizione) e Ghedini (l'avvocato di Silvio, parlamente che si fa le leggi per il suo padrone e verso guardasigilli).

Ah, come ciliegina sulla torta: avete sentito la polemica sul Fascismo male assoluto / Fascismo traviato dal Nazismo di questi giorni. Il PD ha alzato la voce su questo tema! Non sui vari lodi salva-silvio/Infanga-la-repubblica! La persona normale che e' in me si indignerebbe di fronte a tale miopia ma oramai sono abbastanza navigato da capire che stanno solo recitando la parte. La solita parte di alzare il polverone per nascondere l'inciucione. Ma oramai il copione e' vecchio e questi oramai sono in loop: pensano che i cittadini siano fessi. E che lo rimarranno.

Thursday, September 4, 2008

La predica

Mariastella Gelmini e' un astro nascente di Forza Italia (ora PdL) ed oggi e' Ministro dell'Istruzione e come tutti i ministri dell'Istruzione e' presa da una irrefrenabile necessita' di riformare la scuola. Quello che mi interessa oggi e' il fatto che nel 2001 ha dovuto sostenere l'esame di abilitazione come avvocato. Per chi non lo sapesse questo esame si tiene presso la sede regiolare di appartenenza dell'ordine tuttavia, a quanto pare, e' possibile sostenerlo anche in regioni differenti da quelle in cui si esercitera'.

 Ed ovviamente, esistono sedi dove l'esame e' tosto e la selezione ardua e sedi dove l'esame e' una formalita' se non proprio una truffa. Indovinate la nostra ministra, paladina di disciplina ed educazione civica a scuola, per cosa optato? Per sostenere l'esame nella sua Brescia, nel profondo Nord? Ovviamente no: a Reggio Calabria, la capitale del record di ammessi. Insomma, una furbetta: lo facevan tutti, perche non io?

Non posso che concordare con le conclusioni di Gian Antonio Stella:
Da oggi, dopo la scoperta che anche lei si è infilata tra i furbetti che cercavano l'esame facile, le sarà però un po' più difficile invocare il ripristino del merito, della severità, dell'importanza educativa di una scuola che sappia farsi rispettare. Tutte battaglie giuste. Giustissime. Ma anche chi condivide le scelte sul grembiule, sul sette in condotta, sull'imposizione dell'educazione civica e perfino sulla necessità di mettere mano con coraggio alla scuola a partire da quella meridionale, non può che chiedersi: non sarebbero battaglie meno difficili se perfino chi le ingaggia non avesse cercato la scorciatoia facile?

Tuesday, September 2, 2008

Chrome

(da http://www.google.com/chrome)

Per chiunque stesse vivendo sulla Luna è uscito Chrome, il browser di Google. Costruito ex-novo per le nuove applicazioni web (riusando asset di altri progetti Open Source, come WebKit e Mozilla) e basato su un'architettura multiprocesso, sicuramente si appresta a spaccare di brutto. Tuttavia, mi ha colpito il fumetto che lo illustra: un esempio mirabile di semplicita' espositiva, divulgazione di problemi & soluzioni e anche di dare spazio ai singoli sviluppatori. Una filosofia anniluce distante dalla stantia mentalita' enterprise che domina nelle organizzazioni che conosco, tutte prese da management.

Potete scaricarlo da qui. Solo per Windows al momento :(

Monday, September 1, 2008

Il Pirata ed il cacciatore

Ad agosto la Georgia ha invaso le piccole repubblichette secessioniste di Abkazia e Ossezia del Sud contando di farla finita prima che la Russia, grande sponsor del divide et impera nel Caucaso e autoproclamatasi difensore dei due statarelli, potesse intervenire. I Russi che non aspettavano altro ed hanno contrattaccato e quasi preso Tbilisi prima che le pressioni internazionali li costringessero a non infliggere il colpo finale al regime filo-americano del presidente Saakashvili (ma qualche alleato meno instabile no?). Il braccio di ferro e' continuato quando, ritardando il piu' possibile il ripiegamento delle loro truppe vittoriose, i Russi hanno deciso unilateralmente di riconoscere l'indipendenza dei due stati secessionisti. A parti invertite, quello che accadde con Kosovo. Tutto per il petrolio ovviamente. Gli Stati Uniti hanno mostrato i muscoli ma l'Unione Europea ha assunto una posizione conciliante: condanna di Mosca ma nessuna sanzione.

Come ha detto il ministro Russo: "l'Europa pensi ai suoi interessi". Che sono l'avere una fornitura costante di materie prime visto che l'inverno si avvicina e la politica di Mosca diventa estremamente convincente in questi momenti. Silvio e' conciliante e frattini si cala le braghe, cercando di far finta che il carisma del premier possa fungere da mediatore tra UE ed il suo amicone Putin, cacciatore della giungla (a quando Silvio che salva i bagnati da uno squalo con le sole mani nude?).

Sulla quarta sponda del mediterraneo, un blitz del nostro premier ha fatto si che, a spese dei contribuenti italiani, un'altra vittoria fosse sua garantendo
  • un impegno a fermare la partenza dei migranti (nome politicamente corretto per gli "invasori in mutande"), probabilmente rendendo la Libia un enorme CPT a cielo aperto.
  • piu' forniture di petrolio e gas "di ottima qualita'".
Il tutto al modico costo di 5 miliardi di dollari in 20 anni, principalmente in opere pubbliche da appaltare ai vari Ligresti & C. che in Italia hanno solo intoppi a causa delle troppe bocche partitiche da sfamare. Quello che avanzera' se lo spartira' il clan di Gheddafi, il pirata neo-barbaresco del XXI secolo. Almeno un po' si sorride.

Riassumendo: la Russia ricatta l'occidente sul petrolio. La Libia ricatta l'Italia con petrolio e ondate umane. L'Unione Europea si piega a 90 gradi rispetto alla Russia perche' ha le mani legate. E l'Italia si piega a 90 gradi per prenderla da Gheddafi e da Putin, amici di Silvio.

Friday, August 29, 2008

Missione Compiuta

Udite! Udite! La Compagnia Aerea Italiana e' esente dalle leggi anti-trust. Ripeto: niente regole anti-monopolio per la nuova Alitalia, compagnia privata in mano ad un gruppo di imprenditori amici del premier (o pelosamente "patriottici"). Ossia per andare, per esempio, tra Roma e Fiumicino, viaggeremo ai prezzi di un monopolista privato. Alla faccia del low-cost! Di piu': dicono pure che gli esuberi saranno assorbiti da altri carrozzoni para-pubblici (si parla di Poste S.p.A., in primis): ma come? Ai tempi della manovra modificarono la legge per evitare che dovesse assumere i precari erroneamente assoldati. Ora hanno modificato la legge sull'anti-trust per garantire un'associazione di privati. Ed in un modo o nell'altro i costi li paghera' la collettivita': la loro interpretazione di economia sociale di mercato.

Oramai si gioca con le parole in un mondo al contrario dove il criminale e' un perseguitato politico , chi pretende il rispetto delle leggi un giustizialista, l'imprenditore un gran furbastro che si tiene i guadagni e divide le perdite. "Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità": una massima eterna, quando le coscienze dormono.

Ricordate la famosa frase "Non metteremo le mani nelle tasche degli Italiani"? Ecco: fregano direttamente lo Stato. Umiliante.

Wednesday, August 27, 2008

Compagnia Aerea Italiana

La sapete l'ultima? La cordata degli imprenditori italici (dagli imprenditori con le pezze al culo come Tronchetti agli speculatori paramafiosi come Ligresti passando per le banche che si sono fatte le ossa scaricando sui risparmiatori i risultati delle loro speculazioni) si prendera' la newco con tutti gli asset di valore di Alitalia per due soldi mentre una badco si prendera' tutti i debiti ed i settori in perdita. Ovviamente quest'ultima dovra' fallire e indovinate i debiti chi li paghera'? Lo Stato, cioe' noi: giusto un altro miliardino di euro. Ovviamente questi tizi, non sapendo niente di aviazione civile, ora cercheranno di negoziare con un grande soggetto internazionale (Air France? Lufthansa?) che possa gestire il tutto: ossia questa newco sara' una compagnia regionale priva di importanza, inventata soltanto per cercare di salvare la faccia al Premier che ovviamente dovra' compensare in qualche modo questi suoi amici imprenditori (per es., ricordate che Ligresti e' a capo di Impregilo che ha l'appalto per il ponte sullo Stretto?).

Di piu': questi signori potranno rivendere la compagnia tra un anno, possibilmente guadagnandoci su. Insomma il solito capitalismo all'Italiana dove le perdite sono pubbliche e i profitti privati. E tutto questo successo per il Paese con solo 7000 esuberi nel personale! Venghino signori e signore al Circo Silvio & Co. dove nani e ballerine incantano il pubblico con manovre a 90 gradi tra gli applausi fragorosi di giornali e TV.

Oramai e' assodato che la tendenza di questo blog non e' favorevole all'attuale Governo e alla sua maggioranza parlamentare (ma una volta non era il governo che era espressione della maggioranza?) ma anche soltanto attenendoci ai fatti nudi e crudi, senza fare collegamenti con il recente passato (si sa che la memoria e' esiziale per i criminali), ancora una volta abbiamo la prova che sono piu' che incapaci: manifestamente in malafede. Ne vedremo delle belle da quest'autunno in avanti. E chissa' che finalmente inizi la parabola discendente dell'amico di Putin. PDmenoelle permettendo.

Thursday, August 21, 2008

Le cronache di Narnia: il principe Caspian

In sintesi: un film per ragazzini.

Piu' prolissamente, si tratta di un film per ragazzini :) Per di piu' i protagonisti sono dei bambini e/o adolescenti stereotipati alla piu' non posso, antipatici nella loro perfezione al punto da far rivalutare i vandali che pubblicano le loro bravate su YouTube. Sara' che oramai sono vecchio e quindi non mi immedesimo in certi protagonisti ma diciamocelo (con voce di Larussa): la trama e' pervasa da un'ideologia buonista che e' mielosa al sommo grado, le battute del Re Leone Arsan sono scontate e banali ed, in generale, i cattivi ti fanno tenerezza tanto sono impediti nei combattimenti: lo stormtrooper effect ed il protagonist shield la fanno da padrone per questi figli di papa' senza papa' ma con tutta l'antipatia del caso.

Per di piu' e' tutto un film di combattimenti e buonismo e quindi pieno di contraddizioni: il grande Re Peter (Brad Pitt adolescente) si rifiuta di uccidere Re Miraz (Sergio Castellitto che fa il capo dei cattivi e che si muove secono un logica di crudo realismo machiavelliano) ma decapita senza problemi sgherri a decine. E' un film orientato alla battaglia (come Le Due Torri) con intermezzi di scontate affermazioni patetico-buoniste, privo di colpi di scena (ci vuol poco ad impressionare i bambini) e dove le carenze della sceneggiatura sono compensati dagli effetti speciali e (in parte) dalle performances degli "attori adulti".

Per di piu' e' copiato dal Signore degli Anelli (il film, non il libro) in maniera spudorata: la ragazzina arciere e' una copia di Legolas-Orlando Bloom che uccide con la massima indifferenza esseri umani (manco un orco brutto e sporco tra i cattivi? Solo uomini? Ed i buoni sono tutti i mostri?), gli alberi animati che salvano i buoni dalla disfatta nel finale sono copie degli Ent e degli Ucorni, persino il castello di Miraz ha il ponte che sembra essere tratto da quello di Barad Dur.

Gli adolescenti-attori sono abbastanza scarsi (non so se dipenda da questo la caratterizzazione antipatica ed arrogante), ma se libri sono come i film, vade retro!

Wednesday, August 20, 2008

Sul gameplay di Mass Effect ...

A volte, bazzicando sui vari forum, come tgmonline, ci si imbatte in discussioni di stampo mistico su cosa sia un gioco di ruolo e cosa no. Il "dibattito" si riaccende sempre ogni volta che esce il GdR Definitivo(TM) dell'anno: e' successo per Oblivion ed ora e' successo per Mass Effect (e sono sicuro succedera' anche per Dragon Age). Comunque su un punto mi viene da concordare: su quanto il gameplay venga sempre piu' sacrificato alla cinematograficita' delle produzioni. Quando non addirittura non ne faccia le spese la stessa pura e semplice usabilita' della GUI.
  • Perche' nel wizard di creazione non posso saltare l'animazione con vocina fighetta che mi dice di ricostruire il mio profilo? La prima volta e' molto intrigante, la seconda un po' meno, dalla terza in avanti e' irritante.
  • Perche' non posso saltare le cutscenes e andare direttamente all'azione (visto che si tratta di un action-RPG)?
Questo per tacere delle locazioni ripetute nelle varie missioni con conseguente facile noia nel fare le cosiddette missioni secondarie (il free roaming alla ME). Voglio dire: il generatore di labirinto esiste dai tempi di Diablo I (il primo che mi viene in mente): se avessero risparmiato su qualche volto di personaggio per investire una frazione minima di budget sul generatore di labirinti magari qualcosa di piu' interessante (per i giocatori) sarebbe uscita!

Il Mako e le escursioni planetarie hanno un effetto contrastante: a volte sembra di vagare persi sui vari pianeti in una demo di generatore di suoli 3D, altre volte sembra di fare un po' di cannoneggiamento a lunga distanza (chi si avvicina una volta che si capisce che si puo' bersagliare a distanza?) e altre volte si vorrebbe prendere Joker (il pilota della Normandy) per il collo e dirgli: "Ma piu' vicino non mi potevi lasciare, con tutto un pianeta a disposizione?!?". Anche questa navigazione planetaria lascia un po' un senso di incompletezza, quasi fosse stata lasciata a meta'. Insomma se volete farmi la parte di battaglia con i mezzi fatela grandiosa ma se invece serve solo per mandarmi sull'obbiettivo, allora fatemi arrivare direttamente all'obbiettivo!

E si' che queste limitazioni sono le stesse di KOTOR: dal punto di vista del gameplay, dal 2004 ad oggi non e' cambiato nulla. Cinematograficamente parlando, ME e' la produzione dell'anno ma quanto a giocabilita' ci sono aspetti che quando non lasciano l'amaro in bocca lasciano pensare (accade appena ci si asciuga la bava per la grafica o si smette di sparare a destra e a manca). Speriamo che nei prossimi episodi si concentrino sulle limitazioni del game engine!

Saturday, August 9, 2008

Ad Agosto ...


Che dire? "D'Agosto blog mio non ti conosco" ;) A parte gli scherzi, facciamo un po' il punto, in Italia e nel mondo (si parla di geopolitica qui!)

Cominciamo, nella migliore falsariga di provincialismo, con i fatti nostrani: Silvio a Settembre si proclamerà (tramite decreto) Dominus e concederà a tutti il diritto di prostrarsi per omaggiarlo di modo che possa lavorare nella migliore predisposizione d'animo possibile per i suoi sudditi, ossia gli approvatori del Listone.
Il Paese intanto andrà allo sfascio perchè in un mondo globalizzato oramai noi siamo out, essendosi la nostra classe dirigente, mangiatasi il PIL, distribuendo panem et circenses alle plebi, costringendo all'esilio le menti più innovative, umiliando quelle rimaste e, in generale, approvando il principio che il merito non conta quando si ha un'amicizia importante. I servi del Dominus intratterranno il popolino.

Contemporaneamente l'opposizione sarà fatta da un comico con le sue proposte in tema di energia ed economia, un ex-magistrato per le normali basi della convivenza civile e da un giornalista ostracizzato per quanto riguarda l'ABC della comunicazione e trasparenza in una democrazia. Veltroni li condannerà in nome del dialogo. Berlusconi lo ringrazierà, apprezzerà il sedersi di D'Alema ad un tavolo con Cicchitto e il suo avvocato-capo Ghedini ed intanto farà i comodi suoi ben sapendo che per lui contano i risultati (a favore proprio) e l'altro non sa che vuole, oltre rimanere sulla poltrona del PD (ma su questo tema siamo aperti a proposte). Che casta!

Al rientro dalle vacanze ne vedremo delle belle. Intanto accontentiamoci di qual diavoletto di Putin che, apprezzando della spostamento dei media a Pechino, ne ha approfittato per mettere un pò di ordine nel Caucaso dove gli Occidentali stanno creando una testa di ponte in Georgia.

Queste si che sono "politiche energetiche" concrete, altro che le energie alternative!

Friday, August 1, 2008

Lasciate stare Eluana

(da Zadig.it)

Il testamento biologico giace in parlamento da ann. Una fortissima maggioranza trasversale tra gli eletti e' contraria. Una fortissima maggioranza trasversale tra gli elettori e' favorevole.

Il caso di Eluana Englaro, in coma da anni, e per il quale il tribunale aveva finalmente autorizzato a sospendere il trattamento che ne teneva in vita il corpo, e' solo l'ultimo caso (non dimentichiamo il caso Welby). I Parlamentari hanno deciso di votare il ricorso per conflitto di attribuzioni alla corte costituzionale (puo' un semplice tribunale decidere in certi casi?): solo l'Italia dei Valori ha votato contro ed il PD si e' astenuto (dimostrando che la sua attitudine dialogante in realta' e' solo pusillanimita' ed incapacita' di agire, come anche la Mafai ha ben inteso).

Il testamento biologico:
[...] è l'espressione della volontà da parte di una persona (testatore), fornita in condizioni di lucidità mentale, in merito alle terapie che intende o non intende accettare nell'eventualità in cui dovesse trovarsi nella condizione di incapacità di esprimere il proprio diritto di acconsentire o non acconsentire alle cure proposte (consenso informato) per malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti, malattie che costringano a trattamenti permanenti con macchine o sistemi artificiali che impediscano una normale vita di relazione. (da Wikipedia)
La mancanza di una legge in questo senso lascia tutto in uno stato di indeterminatezza che permette alle minoranze religiose di girare la frittata, appellandosi a generici richiami al diritto alla vita e alla sua tutela. Fare polemiche politiche in questi casi e' fuori luogo ma ancora una volta devo osservare che quando il Vaticano chiama il Parlamento risponde. E prontamente. Per i Cattolici veri (quelli fanatici, quelli che in un modo o nell'altro riescono a filtrare nelle liste elettorali), infatti, la vita non appartiene all'individuo ma a Dio e quindi tu, Uomo, non puoi disporne secondo la tua volonta' ma solo operando secondo i suoi alti comandamenti, ovviamente soggetti ad interpretazione della gerarchia ecclesiale. Che Eluana sia in vita solo perche' esistono delle macchine fornite dalla Scienza non conta: l'insondabile volonta' divina e' all'opera! Vi diranno che si tratta di mantenere ben precisi paletti di moralita'. Vi diranno che esistono principi inderogabili. Vi diranno qualunque cosa. O semplicemente faranno calare un sudario di silenzio perche' non si sappia. Ma sono gli stessi che hanno votato le porcate di Silvio il Perseguitato e che (strumentalmente) si mettono proni dinanzi alla stessa Chiesa che ha bruciato Giordano Bruno e umiliato Galileo. Mentono perche' la liberta' non sanno cosa sia.

Ma lasciate libera Eluana.

Wednesday, July 30, 2008

Uomini liberi


L'ultimo articolo di Travaglio ha riportato un brano di quel grande Italiano che fu Indro Montanelli:
Dobbiamo prepararci a presentare le nostre scuse a Emilio Fede. L’abbiamo sempre dipinto come un leccapiedi, anzi come l’archetipo di questa giullaresca fauna, con l’aggravante del gaudio. Spesso i leccapiedi, dopo aver leccato, e quando il padrone non li vede, fanno la faccia schifata e diventano malmostosi. Fede, no. Assolta la bisogna, ne sorride e se ne estasia, da oco giulivo. Ma temo che di qui a un po’ dovremo ricrederci sul suo conto, rimpiangere i suoi interventi e additarli a modello di obiettività e di moderazione… Oggi, per instaurare un regime, non c’è più bisogno di una marcia su Roma né di un incendio del Reichstag, né di un golpe sul palazzo d’Inverno. Bastano i cosiddetti mezzi di comunicazione di massa: e fra di essi, sovrana e irresistibile, la televisione. (...) Il risultato è scontato: il sudario di conformismo e di menzogne che, senza bisogno di ricorso a leggi speciali, calerà su questo Paese riducendolo sempre più a una telenovela di borgatari e avviandolo a un risveglio in cui siamo ben contenti di sapere che non faremo in tempo a trovarci coinvolti.
Sembra siano rimasti solo i servi e gli indifferenti. Ci mancano gli uomini liberi. Come lui.

Tuesday, July 29, 2008

Le leggi eccezionali

La nuova norma anti-precari rientra nel club delle leggi e/o disposizioni eccezionali, dettate da emergenze nazionali (l'immondizia, l'immigrazione), aziendali (Poste Italiane come ultimo ma anche Alitalia, Parmalat, Cirio, le cassintegrazioni FIAT, le spalma-debiti per le squadre di calcio, ...) e personali (i processi del Premier, di Previti, le "urgenze" degli amici degli amici, ...). Per impedire che Poste Italiane debba assumere alcune migliaia di dipendenti , utilizzati a tempo determinato piu' o meno lungo, a causa di un grossolano errore di gestione delle pratiche (ci sara' un responsabile che sia uno?) si e' deciso che invece dell'assunzione coloro che hanno fatto ricorso potranno soltanto usufruire di un risarcimento economico consistente in tot mensilita'. Ossia, si sono cambiate le regole in corsa per favorire una parte (gli amici degli amici).

E' vero che oramai il nostro stomaco si e' abituato a digerire bocconi amari ma a me interessa inserire il commento di Giovanni Sartori, a piu' ampio respiro:
[...] ci sono i problemi che per il grosso pubblico sono «astratti », e che non capisce finché la tegola non gli cade sulla testa. L'uomo comune non afferra che le disfunzioni di cui sopra dipendono da una macchina istituzionale che a sua volta non funziona. E afferra ancor meno i problemi in arrivo, i problemi del futuro (anche se prossimo). L'acqua, la benzina, l'elettricità e anche i prodotti alimentari stanno già diventando insufficienti; ma acqua, benzina, energia gli mancano soltanto quando di fatto mancano; non prima e purtroppo non a tempo. Dal che consegue che i sondaggi sottostimano alla grande il problema ecologico che è, invece, il più grave di tutti.

E' proprio per questo che un governante che asseconda e ascolta soltanto i sondaggi è un pessimo governante. Il non-fare perché «tanto agli italiani non interessa» è un non-fare vergognosamente irresponsabile. Ci sono tantissime cose che un buon governo deve fare (per essere buono) a prescindere dai sondaggi.

Ossia, un Governo (ed in senso lato l'intero gruppo dirigente, Parlamento in primis) deve pensare alla strategia per guidare il Paese in un futuro a lungo termine (energia, economia sostenibile, rete di trasporti, istruzione, ...) e non badare ai mezzucci per mettere una pezza agli errori (quando non atti propriamente criminali) dei suoi componenti e degli amici degli amici. Ossia tutto il contrario della legislazione d'emergenza.

E torniamo sempre allo stesso punto: la selezione. Del gruppo dirigente. Dei professori. Dei ricercatori. Dei pubblici impiegati. Di tutti coloro che in un modo o nell'altro concorrono alla Cosa Pubblica. E che da noi scorre al contrario.