Showing posts with label lavoro. Show all posts
Showing posts with label lavoro. Show all posts

Tuesday, October 14, 2008

Il costo del lavoro

Vediamo di fare il punto sul mio giro di colloqui sino ad ora ... in generale per gli informatici o contratti a progetto (quindi precarieta') o a tempo indeterminato di tipo metalmeccanico.
Al di la' della equivalenza logica (per gli imprenditori):

informatica : industria = informatico : metalmeccanico

(che e' un fatto riconosciuto) mi sono stati rivelati anche alcune altre informazioni interessanti, che posso riferire senza violare nulla di confindenziale:
  • per Confindustria i singoli lavoratori italiani costano tra i 160 e i 230 euro al giorno (includendo stipendio, assicurazioni varie, fondi pensione, tasse, logistica di supporto come l'amministrazione & C.), mediamente 185 euro.
  • ingegneri indiani super-skillati costano invece 60 euro (quindi meno di un terzo di uno italiano).
Quindi per le aziende che producono software ha senso dare in appalto la realizzazione agli Indiani secondo specifiche di analisi prodotte dagli Italiani. I primi hanno fatto di questa fabbrica informatica un vero business: addirittura si prendono in carico la traduzione dei contratti scritti in lingua italiana e, secondo accordi standard, in caso di controversi fa fede il contratto in italiano. Credo che questo dia il senso dell'India come fabbrica dell'IT rispetto alla Cina come fabbrica di hardware.

In soldoni diventa possibile per le imprese italiane, operare ricarichi impensabili normalmente (nell'ordine del 40%) pur rimanendo estremamente competitivi sul mercato. Inutile dire che nel breve e medio termine questo diventa una specie di miracolo: loro si sgarzettano il bagno di sangue che ogni implementazione comporta e le imprese si intascano guadagni impensabili prima.
Ovviamente, tenere in collegamento questi due mondi distanti (culturalmente, geograficament, temporalmente e e tecnologicamente) e' un problema non da poco: non deve sorprendere quindi che i processi software distribuiti siano uno degli ambiti di ricerca piu' hot del momento.

Ovviamente, nel lungo termine questo significa per l'azienda la perdita di capacita' di produzioni proprie. Quindi? Suicidio? No, trasformazione in fornitore di servizi: ospitare nella propria server farm applicazioni (scritte dagli indiani) per le quali far pagare canoni (di affitto, utilizzo, hosting, ...) ai clienti. Ossia, terziarizzazione dell'industria del software (che gia' non e' che sia chissa' concreto).

Tuesday, August 21, 2007

Nel tempo libero ...

Ne approfitto per scrivere qualche nuova mentre aspetto che maven compili lo snapshot di Spring-OSGi: oggi ho lottato duramente e senza fortuna ed, un pò per ignoranza mia ma anche (sospetto) bug del framework, non sono venuto a capo del problema. (Ossia, fare Dependency Injection su una IActionDelegate, notoriamente fuori dal controllo del container).

Credo che l'unica soluzione sia ricorrere alla AOP e intercettare il costruttore della action delegate e fare injection da lì ... ovviamente sempre a patto che (1) Spring-OSGi si decida a compilare con successo (2) una volta compilato non abbia bug troppo pacchiani e (3) Spring-AOP funzioni come mi aspetto anche quando c'e' OSGi di mezzo ...

Per la view si poteva ricorrere al trucco illustrato da Martin Lippert ed impiegare la factory ma qui non se ne parla e penso che comunque, localmente al bundle, sia anche la soluzione più elegante. Alternativa sarebbe giocare con ASM per i fatti miei ma ancora non sono esperto di Classloader e dei casini connessi.

Unica cosa divertente della giornata sono stati i demo di OSGi di Peter Kriens (che non avevo mai visto: mea culpa!) e la presentazione di Spring-OSGi fatta da Adrian Colyer (incrociamo le dita per la build in corso).

Ottimo: la build ha avuto successo. Mi sa che il jdk 6.0 non è amico di Spring-OSGI quanto il jdk 5.0: sono perplesso ma sul newsgroup già erano stati segnalati problemi simili ... mah! Peccato che sia troppo stanco per continuare ... E domani devo pure andare a lavoro (mi hanno chiamato stamattina dicendomi che dovevo iniziare oggi: peccato che nessuno mi abbia informato). Se non fosse che lo sono già, questi contratti a termine mi renderebbero veramente apatico. E non sono nemmeno troppo disperato da dover accettare un lavoro di un (1!) o due (2!) mesi. Quello che non fa la dignità, lo fa la non-disperazione.

Buona notte.