Ieri a Ballaro' si e' parlato anche dei costi per il nostro Paese (solo per il nostro?) dell'applicazione del Protocollo di Kyoto. Castelli se ne e' uscito con un'affermazione del tipo "Cina e India che non lo hanno firmato" e quindi le loro aziende sono molto piu' competitive di quelle italiane.
L'India e la Cina, che hanno ratificato il protocollo, non sono tenute a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel quadro del presente accordo, nonostante la loro popolazione relativamente grande. Cina, India e altri paesi in via di sviluppo sono stati esonerati dagli obblighi del protocollo di Kyoto perché essi non sono stati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione che si crede stia provocando oggi il cambiamento climatico.
Questo perche', ovviamente, dopo vent'anni che si parla del secolo cinese e indiano e che bisogna puntare sull'innovazione e la ricerca invece che sulle produzioni a basso contenuto tecnologico, il nostro sistema produttivo e' al palo. Ossia: dal 1997 (anno della firma) ad oggi (11 anni!) non solo il nostro Paese non ha mantenuto gli impegni ma pretende, vista l'emergenza (notato che ritorna sempre?) economica, che l'Unione Europea non renda operativi gli accordi tramite il famoso 20 / 20 / 20 (e che quindi l'Italia venga, tanto per cambiare, multata di nuovo per l'ennesima inadempienza).
L'accordo di Kyoto e' stato da noi ratificato nel 2002 ed e' entrato in vigore nel 2005. Ossia in pieno Governo Berlusconi II, che evidentemente pensa che i trattati non siano altro che pezzi di carta: non solo Kyoto non e' stato rispettato ma anzi le emissioni Italiane sono aumentate!
Gli unici che lo hanno firmato ma non applicato sono gli USA:
In principio, il presidente Bill Clinton aveva firmato il Protocollo durante gli ultimi mesi del suo mandato, ma George W. Bush, poco tempo dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, ritirò l'adesione inizialmente sottoscritta.
Ossia, l'amico di Silvio ha tirato fuori gli stessi argomenti (Kyoto costa alle imprese americane) e si e' rifiutato di metterlo in atto. Per di piu' il protocollo e' riconosciuto essere insufficiente (e' stato un compromesso al ribasso e sicuramente un nuovo accordo e' necessario che costringa Cina ed India a mettersi in riga): il punto e' che, se proprio non vogliamo pensare al futuro del pianeta, dobbiamo pensare alle opportunita' economiche di un campo innovativo come quello delle energie (in cui noi avremmo tutto l'interesse a primeggiare).
Invece difendiamo produzioni vecchie, ancora una volta testimoniando la scarsa capacita' di innovare del sistema delle imprese e l'incapacita' della politica di pensare in grande invece che ridursi ad una lobby di questo o quello (banche, industrie): scegliete voi qual e' la piu' triste.
Insomma:
- pensiamo di competere con i cinesi sulla manufattura;
- tagliamo su scuola e ricerca (e quindi pensiamo di dover competere anche in futuro sulla manufattura);
- stiamo capitanando i paese dell'Est (industrie primitive) contro i partner avanzati della UE (e soprattutto la Spagna che prendera' probabilmente il nostro posto visto che loro nelle Energie investono alla grande: Rubbia non per niente ha costruito li' la prima centrale solare);
- Firmiamo e ci rimangiamo accordi.
- Non pensiamo a lungo termine ma solo nell'immediato: quindi difesa ad oltranza delle lobby produttive attuali e chi se ne frega di quello che verra' dopo (Silvio ha 72 anni: stara' pensando che tanto non campera' abbastanza da sorbirsi la fine di tutto?).
Perche' c'e' emergenza. E su questo ci campano grazie ai media servi e all'opposizione flaccida: l'emergenza giustifichera' sempre l'Uomo della Provvidenza nel piegare la legge.
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